Nico Acampora: "Con PizzAut diamo speranza e futuro ai giovani autistici"

Pubblicato 27.04.2023 - Ultima modifica 06.11.2024
PizzAut
Indice dei contenuti
  1. Cos'è PizzAut: Mission e Vision
  2. TheFork Manager
  3. La storia di PizzAut: dal sogno al successo
  4. Una partnership utile
  5. Vuoi riempire i tavoli e semplificare la gestione del ristorante?

Cos'è PizzAut: Mission e Vision

Oltre a essere una persona empatica e creativa, Nico Acampora è anche il papà di un figlio autistico. Proprio per questo ha creato PizzAut, un ristorante con un obiettivo: promuovere l’inclusione sociale

La catena offre un'opportunità lavorativa concreta a tanti ragazzi autistici che, grazie al sostegno di professionisti, educatori e psicologi possono abbracciare il loro potenziale ed esprimersi liberamente. 

La missione di PizzAut è chiara: abbattere le barriere e dimostrare come ogni individuo possa dare il suo contributo a livello sociale. In questo modo, è possibile costruire un futuro migliore in cui l’inclusione non sia solo un miraggio, ma un diritto di tutti.

Nico Acampora racconta a TheFork come è nato il progetto PizzAut.

Tutto parte da un sogno, nel senso (quasi) letterale del termine:"PizzAut nasce fondamentalmente una notte. Sveglio mia moglie all'una e mezza e le dico: 'Dobbiamo aprire un ristorante gestito da ragazzi autistici'," racconta Acampora. "Lei mi guarda e mi dice: 'Domani mi sveglio alle 5.30, quindi dormi, per piacere'.

Invece, la determinazione è già tutta lì: il giorno dopo "mi son messo alla scrivania e ho creato il logo PizzAut e lo slogan Nutriamo l'inclusione."

Nonostante lo scetticismo iniziale, parte un'avventura che ha delle motivazioni ben precise: "Quando hai un bambino autistico ti accorgi di un sacco di cose: andare fuori a mangiare una pizza, per esempio, diventa impossibile perché mio figlio ha a volte dei comportamenti originali e quindi le persone ti guardano male", confida Acampora. 

E coglie l’occasione per ricordare che, essendo "normoapparenti", cioè con nessun segno esteriore di neurodivergenza, i giovani autistici vengono spesso etichettati come bizzarri o addirittura maleducati. 

"Così abbiamo iniziato a invitare tanti amici a casa nostra per creare a mio figlio una zona di comfort. Mia moglie faceva la pizza insieme a lui che le dava una mano per gioco. E io mi sono detto: se lo può fare lui, lo possono fare anche i ragazzi più grandi".

 

TheFork Manager

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La storia di PizzAut: dal sogno al successo

Quell'intuizione è diventata una realtà: "Abbiamo questo ristorante a Cassina de' Pecchi dove oggi, per venire una sera, devi prenotare con circa tre mesi di anticipo. E poi stiamo per aprire un secondo ristorante a Monza". 

All’inaugurazione del ristorante di Monza, che aprirà nelle prossime settimane, ha partecipato un ospite d’eccezione: il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

PizzAut nasce da una visione chiara del futuro e della ristorazione: “L'idea è quella di realizzare un franchising, la prima catena di ristorazione sociale al mondo, non esiste niente di simile”

Per questo, Nico Acampora ribadisce l’importanza riconoscere che l’autismo è più presente nella nostra quotidianità di quanto immaginiamo: "In Italia ci sono 600mila persone autistiche, nasce un bambino autistico ogni 77 bambini. Sono numeri impressionanti e per i nostri figli non c'è niente. Il lavoro, in particolare, è una chimera: su 600mila gli occupati sono meno del 2%".

Forse, proprio per questo l’intuizione di PizzAut si è rivelata così efficace, tanto da attirare proposte da ogni angolo del mondo. Nico Acampora racconta: "Ad oggi, abbiamo richieste da tutta Italia per aprire PizzAut, ma anche dagli Stati Uniti e persino da Melbourne, Australia. Una mamma si è fatta 15.973 km per venire qua e dire che, avendo un marito ristoratore e un figlio autistico, le sarebbe piaciuto aprire un PizzAut".

Una partnership utile

In questo percorso di espansione e crescita, anche la partnership con TheFork ha giocato un ruolo cruciale: "Prima prendevamo le prenotazioni online, gestite poi in modo volontario dalle mamme dei miei ragazzi. Quando abbiamo scoperto TheFork la vita del ristorante e di tutte le mie volontarie è cambiata. Abbiamo guadagnato tempo e spazi di vita". 

Ricorda sempre Nico Acampora: "E per noi ha sistematizzato il lavoro, aumentandone anche la qualità, oltre alla qualità della vita dei volontari e dei tempi d'attesa dei clienti".

I feedback dei clienti sull'utilizzo di TheFork sembrano essere molto positivi, soprattutto per quanto riguarda le liste d'attesa: "Molti le apprezzano, perché in un ristorante in cui ci vogliono 90 giorni per prenotare, c'è sempre qualche disdetta". 

Un caso eclatante è stato quello di una prenotazione da 150 posti cancellata all'ultimo. Ma grazie al tan tan sul web è stata subito rimpiazzata. Acampora, senza voler colpevolizzare nessuno, ricorda: "Un'associazione di volontariato aveva prenotato per 150 posti, ma c'è stato un misunderstanding. 

Alle 23 di sabato abbiamo pubblicato un post su Facebook: quella stessa notte tutti e 150 posti sono stati occupati. È stato bellissimo avere la tecnologia giusta per dare la possibilità alle persone di fare un'esperienza da PizzAut".

Episodi come questo hanno convinto Nico Acampora che tutti gli ostacoli possono essere superati grazie all’attenzione e alla disponibilità che, da anni, caratterizzano PizzAut: "Quando siamo partiti ci hanno detto che sarebbe stato impossibile fare un ristorante gestito da persone autistiche". 

Sottolinea con orgoglio che "oggi, ho 19 ragazzi che lavorano per me e con me a Cassina de' Pecchi, a Monza ce ne saranno altri 25. E speriamo con il franchising di dare speranza, dignità e futuro ad altre centinaia di ragazzi e ragazze autistici".

 

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  1. Cos'è PizzAut: Mission e Vision
  2. TheFork Manager
  3. La storia di PizzAut: dal sogno al successo
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