Perché i trend veg sono improtanti anche dopo il World Vegan Day
Lo scorso 1° novembre si è celebrato il World Vegan Day, una ricorrenza che in tutto il mondo celebra gli stili di vita che rinunciano con convinzione alle proteine di origine animale e a tutto lo sfruttamento in generale delle forme di vita animali, non solo delle loro carni ma anche dei derivati e di altre forme di subordinazione. Le persone vegane e vegetariane sono sempre di più e anche la ristorazione non può fare a meno di valorizzarle e accoglierle.
L’attenzione verso il veganesimo e il vegetarianesimo, infatti, è qualcosa da tenere a mente tutto l’anno, non solo nelle giornate dedicate. Come detto le persone che adottano questo stile di vita, per motivi di salute, per convinzioni etiche o per altri motivi ancora, sono sempre più numerose, ma crescono anche coloro che di tanto in tanto preferiscono rinunciare alla carne e ai derivati per un regime alimentare più sano (molto nota è per esempio l’iniziativa del Veganuary, la scelta cioè di diventare vegani durante il mese gennaio, molto popolare anche fra gli utenti di TheFork).
I vari sondaggi che TheFork ha condotto negli scorsi anni evidenzia un’attenzione particolare nei confronti dei ristoranti veg: lo scorso gennaio ad attrarre maggiormente gli utenti sono i locali che offrono una cucina vegetariana (71%), vegana (17%) o la meno nota crudista (6%), ossia una dieta che prevede il consumo di soli alimenti crudi. Da inizio 2019 a inizio 2020, invece, le ricerche legate a ristoranti che propongono questi tipi di cucina rivelano una crescita del 24,8%.
Veg per tutti
Ovviamente non tutti i ristoranti possono essere vegani o vegetariani. Ci sono tradizioni culinarie o stili gastronomici che non possono prescindere dall’utilizzo della carne. Eppure i clienti veg apprezzano anche quelle insegne di cucina generalista che offrono convincenti opzioni veg. Spesso, infatti, le opzioni green in menu sono considerate estremamente basiche (la classica pasta al pomodoro) o addirittura punitive. I vegani e vegetariani si recheranno invece molto più volentieri nei ristoranti “generalisti” che hanno comunque pensato per loro delle alternative non solo etiche ma anche gustose, elaborate e creative.
Ci sono poi anche altri accorgimenti che i ristoranti di qualsiasi tipo possono adottare per in qualche modo favorire questa transizione veg. Anche quelli che prevedono in menù carne, pesce, uova e altri derivati, infatti, possono impegnarsi a dimostrare una provenienza tracciata, rispettosa e magari biologica degli ingredienti che propongono, andando incontro quindi a una delle preoccupazioni principali degli ambientalisti, ovvero la lotta agli allevamenti intensivi così dannosi per la vita degli animali ma anche per la nostra e per la salute del pianeta tutto.
Mettersi in ascolto delle istanze veg significa abbandonare radicalismi da ambo le parti e muoversi in una direzione più sostenibile ed equa per tutti, facendo dei passi magari anche graduali nella comprensione delle dinamiche ambientali più urgenti del nostro tempo. Una pasta al pomodoro, del resto, non ha mai ucciso nessuno.