Le opportunità del metaverso per il mondo della ristorazione
Complici trend giornalistici e nuove opportunità di business, negli ultimi anni si parla sempre più spesso di metaverso. Quella che per molti è un'invenzione futuristica e alienante dell'immaginazione fantascientifica, per altri è una realtà "concreta" che offre possibilità di ampliare la propria comunicazione e i propri affari. E questo riguarda anche i ristoranti, vediamo come.
Partiamo prima dalle basi: cos'è il metaverso? Creato appunto in ambito fantascientifico e poi man mano divenuto realtà grazie agli avanzamenti tecnologici, il metaverso è una specie di dimensione parallela, virtuale e universale dove ognuno può creare il proprio avatar e compiere delle esperienze digitali, soprattutto grazie a strumenti di realtà virtuale o aumentata. Tecnologie come la blockchain e novità come gli NFTs (token non fungibili che attestano in modo univoco la proprietà di un elemento digitale), questo universo parallelo sta crescendo sempre di più e alcune stime dicono che raddoppierà di volume entro il 2030.
Ma perché tutto ciò dovrebbe interessare i ristoratori? Secondo una ricerca condotta dalla società di software per ristoranti Paytronix, infatti, il 20% dei frequentatori abituali di ristoranti, almeno negli Stati Uniti, sa cos'è il metaverso e il 18% ha già partecipato a qualche esperienza food virtuale. Il 39% di loro sarebbe molto interessato a integrare nella propria esperienza al ristorante una qualche propaggine nel metaverso. Sono percentuali ancora non maggioritarie ma che testimoniano un trend con delle potenzialità.
I ristoranti nel metaverso
La difficoltà per ora è tradurre in realtà (virtuale) questi propositi di integrazione nel metaverso. Per ora ovviamente sono le grandi catene americane quelle più avanti nella sperimentazione di certe proposte: le hamburgerie Wendy's hanno organizzato eventi come partite di calcio virtuali in giochi come Horizon Worlds, mentre Chipotle ha nascosto dei codici promozionali nel gioco Roblox e Pizza Hut ha lanciato sempre nel metaverso un programma fedeltà. Da questi primi esempio capiamo che il metaverso può diventare un'estensione in cui offrire ai propri clienti delle esperienze aggiuntive, delle opportunità esclusive e altre attività che partono o fanno ritornare al ristorante stesso.
Non bisogna pensare che il metaverso sia poi un "giocattolo" solo per marchi della grande distribuzione. Per esempio tra i primi top chef ad affacciarsi quei è Heinz Beck, tre stelle Michelin, che nel suo ristorante di Dubai Social ha presentato il primo NFT, in collaborazione con Crypto Dine Wine Art, fondendo alta cucina e arte digitale. Anche il mondo enologico offre parecchie opportunità in questo senso: immaginate solo visite virtuali a vigne e cantine, consultazione di cataloghi e collezioni private ecc.
I pro e i contro
Ovviamente il rapporto tra ristorazione e metaverso è una specie di grande Eldorado che va esplorato e scoperto piano piano. Come in tutte le tendenze marketing, è ovvio che allinearsi su queste novità dimostra un'attenzione all'innovazione e alla digitalizzazione che fa sempre piacere alla clientela più esigente. C'è da dire però che per ora non ci sono studi efficaci che dimostrino una redditività di certe azioni nel metaverso. Alcuni poi si approcciano a questi temi con grande cautela, visto che ancora incerte sono le questioni legate alla privacy e alla sicurezza. Ma ciò non esclude che il nostro futuro, e quindi anche il futuro della ristorazione, sia sempre più phygital, nel senso che metterà insieme sempre più esperienze fisiche e altre virtuali.
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